Plutoniche - Arte&Scienza

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LE ROCCE MAGMATICHE
Rocce magmatiche intrusive

Sotto questo nome si raggruppano tutte le rocce granulari consolidate in profondità. Sono le rocce più discusse di quante si conoscono nella crosta terrestre. Il fatto che il 95% delle rocce intrusive o plutoniche  sia di natura granitica fa sì che il problema dell'origine delle rocce si concentri sullo studio del granito. L'origine del granito costituisce un problema fondamentale in geologia, sia per la sua grande diffusione sulla crosta terrestre, sia per il ruolo che svolge nella storia tettonica delle orogenesi. Secondo le moderne teorie il granito proviene dalla trasformazione di rocce sedimentarie preesistenti attraverso un processo essenzialmente metamorfico, che si denomina granitizzazione. Secondo questa teoria, il granito rappresenta l'ultimo stadio del metamorfismo regionale, realizzandosi il processo di granitizzazione essenzialmente allo stato solido. Le ricerche geofisiche provano che il granito è localizzato in zone abbastanza superficiali della crosta, non superandovi in media i 20 km di profondità. Le grandi masse granitiche affiorano quando l'erosione ha spazzato via le formazioni sedimentarie e metamorfiche che le ricoprono. Secondo le condizioni di giacitura si distinguono due classi: gli intrusi o discordanti e i diffusi o concordanti. I primi presentano un aspetto intrusivo, con bordi netti e attraversano con discordanza le formazioni sedimentarie o metamorfiche; i secondi, che sono i più frequenti, si dispongono nel nucleo delle pieghe con forme chiaramente concordanti e presentano passaggi graduali dalle rocce metamorfiche verso il granito, attraverso rocce intermedie (migmatiti). La struttura tipica delle rocce plutoniche è la granulare olocristallina, di grana grossa, più o meno equigranulare, con i granuli in reciproco contatto, e con un solo tempo di cristallizzazione. Secondo la loro composizione chimica e mineralogica le rocce plutoniche possono dividersi in: acide, con il 75% di silice, neutre, con meno del 60% di silice, e basiche, con meno del 40% di silice. Le rocce acide sono chiare e leggere, rocce Jeucocrate; le rocce basiche sono scure e pesanti, rocce melanocrate. La serie delle rocce plutoniche comprende i tipi seguenti: graniti, sieniti, dioriti, gabbri e peridotiti.


Graniti

Rocce olocristalline acide, 75% SiO2, di colore grigio o rosa, con struttura granulare di grana grossa, formate di quarzo, feldspati, ortoclasio, plagioclasio acido e biotite come minerali essenziali. Frequentemente presentano grossi fenocristalli di ortoclasio e ricevono allora il nome di granito porfìrico.  


Sieniti

Rocce di colore rosa, analoghe al granito, dal quale si differenziano per l'assenza di quarzo. Si compongono di ortoclasio, plagioclasio, orneblenda e biotite. Sono molto meno abbondanti del granito e si trovano nelle masse granitiche come facies periferiche o come segregazioni all'interno della massa.


Dioriti

Rocce più scure delle anteriori e molto più basiche (meno del 60% SiO2,) con struttura granulare di grana più fine, composte di plagioclasio, orneblenda e biotite come minerali essenziali. È caratteristica delle dioriti l'assenza di ortoclasio e il carattere zonale che presentano i plagioclasi. Si presentano come fasce periferiche in relazione con plutoni granitici.


Gabbri

Rocce scure o verdastre, di grana grossa, più batiche delle dioriti, composte di plagioclasi basici e pirosseni come minerali essenziali. Sono frequenti le varietà con orneblenda e olivina. Si presentano come masse isolate.
Peridotiti

Rocce di grana grossa, di colore scuro e verdastro, sono le più basiche della serie, 43% SiO2, molto dense e sprovviste di minerali leucocrati. A seconda del minerale ferromagnesiaco che predomina in esse abbiamo: duniti, esclusivamente formate di olivina; pirosseniti, con pirosseni e orneblenditi, con orneblenda. Per altera-zione si trasformano in una roccia verdastra chiamata serpentino.

Rocce filoniane

Questo gruppo comprende tutte quelle rocce che riempiono fratture, e presentano un aspetto di dicco o filone, senza arrivare a raggiungere la superficie. Non sono geologicamente indipendenti, ma in intimo rapporto con le masse plutoniche o vulcaniche che attraversano. Possono presentarsi isolate, oppure associate, sia in sciami di dicchi verticali od inclinati, sia in forma di dicchi interstratificati (sills). La struttura tipica di queste rocce è la porfirica microgranulare caratterizzata dalla presenza di grossi fenocristalli di ortoclasio e quarzo visibili a occhio nudo, che spiccano nella pasta microcristallina equigranulare. La differenza di grandezza tra i fenocristalli e la pasta testimonia l'esistenza di due tempi di cristallizzazione: i fenocristalli si originerebbero in profondità all'inizio della cristallizzazione, mentre la pasta microgranulare si produce nel brusco raffreddamento della fase effusiva. Se ci basiamo sulla dipendenza che mostrano rispetto ai massicci plutonici o vulcanici che attraversano, le rocce filoniane si possono dividere in: aschiste, quando hanno una composizione chimica o mineralogica simile a quella delle rocce plutoniche che le contengono, e corrispondono ai porfidi; diaschiste, quando presentano una composizione chimica e mineralogica molto diversa dal massiccio plutonico o vulcanico; sembrano rappresentare i termini ultimi di una profonda differenziazione del magma, con due poli di differenziazione, uno acido, che corrisponde alle opliti e pegmatiti, e l'altro basico corrispondente ai lamprofìri.
Porfidi

Hanno la stessa composizione della massa plutonica che le contiene, con struttura porfirica microgranulare, caratterizzata da grandi cristalli idiomorfi di ortoclasio, inclusi in una pasta finemente microgranulare composta di quarzo, ortoclasio, plagioclasio e biotite come nel caso dei porfidi granitici.

Apliti

Sono rocce diaschiste di grana fine che si presentano generalmente in dicchi, vene e filoncelli di colore biancastro o rosa. Sono caratterizzate da una struttura finemente equigranulare, saccaroide o aplitica. Sono composte di ortoclasio, di plagioclasio, di quarzo, di alcune lamelle di biotite; presentano granati, tormalina e zircone come minerali accessori.


Pegmatiti

Sono rocce diaschiste che si presentano in dicchi, vene o lenti di grandezze variabili. Di composizione mineralogica simile alle precedenti, sono caratterizzate da una struttura molto particolare, costituita da grandi cristalli di ortoclasio nei quali appaiono come inclusi altri di quarzo con forme strane. Quando si studiano al microscopio, ci si accorge che tutti i quarzi presentano lo stesso orientamento ottico. A questa struttura si dà il nome di pegmatitica, quando i cristalli di quarzo presentano forme cuneiformi che ricordano antiche scritture. Generalmente si accetta l'idea dell'origine metasomatica di queste strutture attraverso i processi di sostituzione. Le pegmatiti hanno un grande interesse mineralogico e sono di grande utilità. Oltre all'ortoclasio, che si utilizza nella fabbricazione di porcellane, e delle grandi lamine di muscovite, che si impiegano come isolante, sono presenti in esse una serie di minerali, come l'autunnite (fosfato di uranio), la monazite (fosfato di cerio e torio), berillo, tormalina, molibdenite, wolframite, tantalite, spodumene, ambligonite che giustificano l'attivo sfruttamento delle pegmatiti.


Lamprofiri

Sono rocce filoniane diaschiste basiche, di colori verdastri scuri, di grana molto fine, olocristalline, con struttura porfirica, composte di fenocristalli di biotite, orneblenda o augite, ed a volte olivina, in una pasta feldspatica finemente microgranulare di ortoclasio o plagioclasio e dei minerali ferromagnesiaci sopracitati. I lamprofiri si dividono in due grandi gruppi: ortoclasici, il cui tipo principale è il minet, e plagioclasici, tra i quali il tipo più importante è la kersantite.


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